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Regina della Famiglia

Storia delle apparizioni a Ghiaie sessant'anni dopo

 




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PROBLEMI E DIFFICOLTA'


Le lettere di monsignor C. Gaddi

 

Nel trentesimo anniversario delle apparizioni, fu presentata dal sig. G. Cortinovis, a monsignor Clemente Gaddi, vescovo di Bergamo, una petizione accompagnata da circa 7.000 firme di fedeli, i quali manifestavano il desiderio di pregare col consenso del vescovo, sul luogo, dove essi pensavano fosse apparsa la Vergine Maria.

Monsignor Gaddi, il 18 marzo 1974, rispose a G. Cortinovis con una lettera in cui diceva: "... La preghiera privata fatta sul posto non può essere da me impedita" (v. G. Cortinovis e collaboratori, Le apparizioni della Madonna a Ghiaie di Bonate nel 1944, II ristampa 1984, p. 4).

Monsignor Clemente Gaddi, sempre il 18 marzo 1974, in un'altra lettera inviata al parroco don Italo Duci, tra l'altro, scriveva: "Con il sig. Cortinovis, persona molto a modo e per niente affatto esagerata o fanatica, ebbi un lungo colloquio. Gli dissi -e lo pregai di ripeterlo ai suoi amici - che non potrò riaprire il processo se non sarò in presenza di elementi nuovi, seri e gravi; che rimangono in vigore le disposizioni date da monsignor Bernareggi e confermate da monsignor Piazzi e da me; che sono sempre proibite alla Cappella sia la celebrazione della S. Messa, sia ogni formale funzione liturgica, sia l'esposizione dell'immagine del pittore Galizzi; aggiunsi però che non posso né proibire, né impedire che persone singole o gruppi di persone si rechino sul posto a pregare la Madonna".

Dopo parole e fatti così chiari, c'è ancora qualcuno che si attarda a dire ai fedeli di non andare a pregare a Ghiaie perché è proibito, e quindi, chi ci va fa un peccato di disobbedienza.

Tutti hanno l'obbligo di non turbare la coscienza dei piccoli, delle persone semplici con notizie false e la disinformazione.