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Regina della Famiglia

Storia delle apparizioni a Ghiaie sessant'anni dopo

 




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PROBLEMI E DIFFICOLTA'


Il promemoria di don Italo Duci

 

Per la nostra questione è importante la testimonianza desunta dal promemoria di don Italo Duci, del 1969. Egli scrive: "... Un lembo di terra di questa parrocchia 25 anni or sono fu teatro di grandi avvenimenti che per mesi attirarono folle immense. Avvennero grazie speciali e non ordinarie guarigioni (atto del 30-4-48) e conversioni innumerevoli. Col passare degli anni l'afflusso della gente e dei devoti non è cessato e vi è sempre chi viene a deporre per grazie speciali ricevute, o chi scrive da vicino e da lontano e sino dall'estero per chiedere notizie, se vi sono libri o immagini, se vi è un santuario, se si possono organizzare pellegrinaggi e se vi sono alloggi per accoglierli...

Occorrerebbe trovare il modo di sbloccare la situazione... perché quel luogo diventi luogo di preghiera non abbandonato a se stesso, ma controllato, per evitare inconvenienti...Questo procurerebbe grande bene spirituale alla nostra popolazione, che non rimarrebbe solo spettatrice, ma avrebbe una spinta a ravvivare il suo spirito religioso e la sua già viva e radicata devozione alla Madonna...

La cappella non è sorta per iniziativa del clero locale, ma contro la sua volontà. Si era chiesto al vescovo (mons. Bernareggi n.d.r.) il permesso di costruire un portico per riparare dal sole, dalle intemperie e dalla enorme folla gli innumerevoli ammalati... Al momento di costruire il portico andò dal vescovo un membro del comitato laico, costituito sin dall'inizio delle apparizioni... e presentò tre progetti: una semplice stele, una vera chiesetta tutta chiusa ed una edicoletta attorniata da porticati... Il vescovo approvò a voce quest'ultimo progetto. Il parroco (don Cesare Vitali, n.d.r.) saputolo, si recò dal vescovo pregandolo che non si procedesse a tale costruzione... Quel laico tornò dal vescovo e fece disdire quanto assicurato al parroco al mattino e ottenne di procedere alla costruzione... Tale cappella è stata l'origine di tante noie ai sacerdoti locali, perché quantunque sia sorta contro la loro volontà, a loro fu addossato il peso e la responsabilità...

In detta cappella fu posto un altare (senza pietra sacra) e non fu permesso di mettere una qualsiasi immagine della Madonna; anzi, messa dai pellegrini una statuetta della Madonna di Lourdes, ben a due riprese fu fatta togliere. Fu messo un Crocifisso di marmo che merita ancora più rispetto e devozione. Ora la cappella c'è e non vale la pena di chiamarla rifugio, perché di rifugio non ha nulla... O la si abbatte o merita rispetto, riguardo, riconoscimento con la possibilità di pregarvi. Se detta cappella poi, la si collega, come è collegata, coi fatti del 1944, sorgono altri motivi, perché si possa e si debba pregare, non solo il Crocifisso, ma anche la Madonna che là invocata ha aperto una sorgente di grazie".

Don Italo dice: non solo è possibile, ma dobbiamo pregare la Madonna sul luogo delle apparizioni, perché vi ha aperto una sorgente di grazie; e questo, aggiungo io, è anche un dovere di riconoscenza.