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La Famiglia e la Vita umana nel messaggio di Ghiaie

 

 


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Paura infondata


Giovanni Paolo II parla della paura di trasmettere la vita, derivata dal pericolo esagerato dell'incremento demografico.
Gli organismi internazionali devono ricorrere a rimedi veri, per risolvere il problema demografico.

Una riduzione, o meglio l'azzeramento del debito dei paesi poveri verso i paesi ricchi, sarebbe molto più efficace di qualsiasi campagna contro le nascite, perché il debito verso l'estero soffoca l'economia dei popoli in via di sviluppo ed è responsabile in gran parte della loro miseria.

I governi e gli organismi internazionali, invece di combattere contro la vita e la famiglia, devono unire i loro sforzi per risolvere i problemi della povertà, dell'ingiustizia sociale, della salute non tutelata, della disoccupazione e dell'analfabetismo.

La scienza e la tecnologia possono aiutare gli individui e i popoli a risolvere i loro problemi, tra i quali vi è quello dell'aumento della popolazione, ma soltanto se sono adoperate per il bene della persona umana e non guidate dall'egoismo di pochi che aumentano il loro tenore di vita a danno di tutti gli altri. È molto comodo indicare nell'aumento della popolazione la causa della povertà e perfino dell'inquinamento ambientale.

La Chiesa vuole difendere la libertà e la dignità dei popoli, rispettandone le tradizioni culturali e religiose. È una difesa dal pericolo di politiche neocolonialistiche.

I poveri non possono essere considerati, solo per il fatto di esistere, cause invece di vittime della mancanza di sviluppo e del degrado dell'ambiente.

Contro il pessimismo e l'egoismo, che oscurano il mondo, la Chiesa sta dalla parte della vita. La Chiesa condanna come grave offesa della dignità umana e della giustizia tutte quelle attività dei governi o di altre autorità pubbliche, che tentano di limitare in qualsiasi modo la libertà dei coniugi nel decidere dei figli. Di conseguenza qualsiasi violenza esercitata da tali autorità in favore della contraccezione e persino della sterilizzazione e dell'aborto procurato è da condannare e da respingere con forza. Allo stesso modo è da esecrare come gravemente ingiusto il fatto che nelle relazioni internazionali l'aiuto economico concesso per la promozione dei popoli venga condizionato a programmi di contraccezione, sterilizzazione, aborto (cfr. Familiaris Consortio, n. 30).