Sample menu:

La Famiglia e la Vita umana nel messaggio di Ghiaie

 

 


per scaricare il libro
completo clicca qui

 

 

Dignità dell'embrione


Per embrione s'intende l'individuo umano che va dalla fecondazione al termine dell'ottava settimana, dopo di che è denominato feto. I dati scientifici confermano la validità di quest'affermazione.

L'embrione  è un essere umano microscopico, non un grumo di cellule. Così è da considerare antiscientifica l'opinione di coloro che parlano di pre-embrione, per giustificare le loro ricerche, le loro sperimentazioni, in contrasto con la legge morale naturale e con il diritto alla vita.

Nel grembo della madre, dal momento del concepimento non esiste una vita non umana. Nell'istante in cui si fondono le cellule gametiche maschile e femminile inizia un nuovo essere umano, con un codice genetico che ne contiene tutte le caratteristiche, già iscritte nel genoma, cioè l'insieme unitario di tutti i cromosomi qualitativamente differenti presenti in ogni cellula.

Il magistero della Chiesa afferma con fermezza che l'embrione è un essere umano e tale insegnamento è confermato dai dati della genetica e dell'embriologia. Se l'embrione è un essere umano, allora è dotato di un'anima spirituale da subito, dal momento in cui inizia a vivere. Non si può dire che l'anima sia creata da Dio quando il corpo è più organizzato, ciò non è secondo la ragione, né secondo la rivelazione.

L'esempio classico si ha in Cristo. Nell'istante stesso in cui il Verbo si è fatto carne, con il corpo ha avuto anche l'anima. Per sostenere l'opinione che l'embrione non ha l'anima, non si può ricorrere alle teorie di teologi famosi del passato, perché questi non disponevano di dati scientifici come noi e quindi le loro affermazioni erano condizionate dalle conoscenze biologiche e genetiche del loro tempo. Strano il comportamento di certi cosiddetti progressisti, che accusano la Chiesa di essere oscurantista, contraria alla scienza.

Essi per negare la vita umana fin dall'inizio del concepimento si richiamano ad opinioni di teologi medievali e vanno contro le moderne conquiste della scienza. Allora è in gioco ben altro che la scienza.

L'embrione ha un'esistenza e uno sviluppo autonomi, secondo i ritmi della natura. Non è un'appendice del corpo della madre, anche se è lei a portarlo in grembo e a nutrirlo. Perciò la madre non può dire il mio corpo lo gestisco io, intendendo dire con quest'affermazione che è padrona anche dell'embrione o del feto che porta, perché quell'essere microscopico e ancora informe è già una persona da lei distinta e diversa.

Anzi su di lei ricade la responsabilità della vita e dello sviluppo dell'embrione, il quale di settimana in settimana diventerà sempre più grande fino a prendere le dimensioni di un bambino. Tra l'embrione e il bambino non c'è alcun salto di qualità. E' lo stesso individuo che ha bisogno di nutrimento e di tempo per svilupparsi. L'embrione è un essere umano, una persona umana, con i relativi diritti.

La dignità di persona segue il corso della vita dell'essere umano, non è qualcosa di aggiunto e dipendente dallo sviluppo, dalla forma, dall'età e dalle condizioni in cui si trova e tanto meno qualcosa di esterno attribuitogli da qualcuno.

La persona è tale per quello che è, non per quello che ha e nessuna autorità può attribuirsi il potere di decidere chi è persona e chi non lo è, con tutte le conseguenze che ne derivano.