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La Famiglia e la Vita umana nel messaggio di Ghiaie

 

 


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Un moderno buon samaritano


A commento di quanto ho scritto, credo sia utile proporre l'esempio di un moderno buon samaritano: Marcello Candia. Marcello giovane e brillante industriale milanese vende la sua industria, una delle prime ì n Europa nel settore chimico e spende tutti i suoi soldi e la sua stessa vita fra i lebbrosi e i poveri dell'Amazzonia (Brasile).

Marcello fin da piccolo ha sentito la vocazione di aiutare i poveri come laico. Egli diceva: «Il Battesimo mi ha trasformato, la Cresima mi ha impegnato a diventare testimone di Cristo». Si sentiva indegno di toccare il calice e l'Ostia consacrata.

Considerava il sacerdozio una realtà troppo grande per lui.
Si accontentava di fare la parte del semplice fedele. Come missionario laico voleva dare il suo contributo all'evangelizzazione e al progresso dei popoli con la sua professione e la testimonianza della carità, in collaborazione con l'autorità ecclesiastica. Riteneva l'unità con la gerarchia necessaria perché la sua testimonianza fosse efficace e potesse così contribuire alla edificazione della Chiesa.

Marcello Candia ha fatto molle opere in Brasile e in altre parti del mondo. Accenno solo all'ospedale costruito a Macapà, che è il più grande di tutta l'Amazzonia. stato un lavoro duro costruire e fare funzionare un ospedale enorme in una zona isolata, tra l'opposizione delle autorità governative, le critiche, le calunnie, le incomprensioni anche di preti, la scarsa competenza dei lavoratori del luogo, le difficoltà per avere il materiale che in gran parte fu fatto giungere dall'Italia. Quando l'ospedale fu finito e messo in funzione l'ha donato ai padri camilliani perché con( imitassero la sua opera con la stessa carità e dedizione ai poveri.

La preghiera e l'aiuto di Dio, erano per Marcello Candia lo strumento indispensabile per l'aiuto ai lebbrosi e ai poveri. Diceva al padre Piero Gheddo: « un uomo religioso con mezzi umani e contavo su di essi e sulla mia esperienza di organizzatore. Poi, quando ho incontrato davvero i poveri, i lebbrosi, gli handicappati, mi sono accorto che se anche avessi costruito un'organizzazione perfetta per curare i corpi, non avrei risolto i problemi di quella gente. Ho capito allora che la priorità assoluta è quella spirituale.

Tutti i mezzi economici e tecnici contano e bisogna usarli, ma valgono nulla se non sono accompagnati dall’amicizia, dall'attenzione alle persone, dall'aiuto di Dio» (cfr. Piero Gheddo, «Marcello dei lebbrosi», Editoriale Nuova, Basiano (Milano) 1984).