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La Famiglia e la Vita umana nel messaggio di Ghiaie

 

 


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La Sacra Famiglia insegna il silenzio


Nella visione simbolica appare la Sacra Famiglia, ma   nessuno dei suoi membri parla. Tuttavia il loro insegnamento è chiaro ed eloquente e ci richiama il valore del silenzio sia esterno che interno, il quale crea la condizione per l'orazione, la meditazione e la contemplazione, senza le quali non si può progredire nella vita spirituale.

Il silenzio che ci viene proposto come esempio non è solo la fuga dai rumori che inquinano l'ambiente in cui viviamo, o dalle fantasie e pensieri che ci distraggono dal nostro lavoro spirituale, ma è soprattutto rifiuto di voler primeggiare, rifiuto della gloria data dagli uomini. Nazareth ci insegna ad occupare l'ultimo posto, a farci piccoli, ad amare il nascondimento.

Papa Pio XII

 

 

Il Papa Pio XII
credeva alle apparizioni
e ricevette in udienza privata
la piccola veggente.


Il Vangelo parla poco di San Giuseppe. Non cita una sua parola. Il grande taciturno entra in scena alla sfuggita, si nasconde nello splendore di Gesù e di Maria e scompare prima che la gloria di Cristo salga all'orizzonte. Dopo la sua morte, cade attorno a lui un grande silenzio.

Dio entra nella vita di San Giuseppe nel segreto e nella fede: nessuno strepitio, pochissimo meraviglioso, gli avvenimenti esterni ridotti al minimo. Invece fatti tutti intimi, molta riflessione, prova d'animo, silenzio e attesa, rivelazioni e avvisi forniti nel sonno, dati con le parole essenziali.

È nel silenzio e nella solitudine di Nazareth che Dio ha parlato a Maria ed ella ha accolto questa parola così che in lei il Verbo si è fatto carne.

Nazareth è un paese quasi sconosciuto della Galilea e la parola dell'angelo è rivolta a un'umile ragazza che porta un nome tanto comune in Israele. Nessuno si trova presente. L'angelo trova Maria nella sua vita semplice, nell'ordinarietà di ogni giorno.
A riguardo della nascita di Gesù, San Luca scrive: «Mentre erano a Betlemme si compì il tempo in cui Maria doveva avere un bimbo. Dette alla luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in pannolini e lo mise a giacere in una mangiatoia, perché non c'era posto per loro nell'albergo» (Lc 2, 6-7).

Il racconto del fatto più importante della storia del mondo è una lezione di umiltà. Mentre il silenzio e le tenebre avvolgevano ogni cosa venne la luce nel mondo per rischiarare le tenebre, entrò la Parola nella storia dell'uomo.
Nella vita trascorsa a Nazareth Maria e Gesù sono immersi nel silenzio. Sono nascosti nella loro identità agli occhi di tutti e ciò per trent'anni.

Alcuni episodi offrono qualche sprazzo di luce: la presentazione di Gesù al tempio con le parole di Simeone ed Anna; Gesù ritrovato nel tempio fra i dottori della legge. Ma poi tutto ritorna nella normalità di una famiglia che seguiva le abitudini, la tradizione del popolo ebreo, nella straordinaria obbedienza alla legge del Signore. Gesù era il figlio del falegname Giuseppe, Maria era la sua madre per i suoi parenti e i compaesani di Nazareth.

La presenza di Maria nella vita pubblica di Gesù è sempre discreta: interviene a Cana per aiutare e togliere dalle difficoltà una giovane coppia di sposi, proprio nel giorno del loro matrimonio, ma poi ritorna nell'ombra. Segue Gesù, ha cura di lui, trema e teme per lui nei momenti dello scontro, quando gli abitanti di Nazareth lo vogliono buttare giù dalla rupe, o altri a Gerusalemme e in vari luoghi lo insultano e tentano di ucciderlo con le pietre. Anche nelle ore della passione del figlio, Maria è presente, ma non parla. La sua presenza, nel quasi generale abbandono è testimonianza di amore, di coraggio, di dedizione eroica.

Chi potrà narrare il muto colloquio dello Spirito di Gesù e di Maria; mentre Gesù era sulla croce e Maria stava ritta presso la croce. Poche parole dette da Gesù alla madre vengono riferite nel Vangelo. Poche parole dette da Maria al Figlio sono giunte a noi.

Dalla grotta di Betlemme alla croce del Calvario si snoda la vita terrena avvolta nel silenzio, nel nascondimento. La Parola increata del Padre ha parlato a noi per un breve tempo: non ha scritto una riga, né ha comandato di scrivere ad altri. Tuttavia ha potuto dire senza essere smentito fino ad ora, né lo sarà mai: Passeranno i cieli e la terra; ma le mie parole non passeranno.
Adelaide, tra le virtù rappresentate dai quattro animali, parla anche del silenzio familiare. Non è il silenzio che viene dall'indifferenza e dall'incapacità di comunicare con i propri cari, nell'ambito della stessa famiglia. Ma il silenzio dettato dalla pazienza, dall'umiltà, dal perdono, dall'amore di chi sa ascoltare gli altri.

I giovani fanno fatica a trovare nella famiglia uno spazio in cui possano vivere armoniosamente i loro problemi ed esprimere la loro creatività; così come a fatica ricevono risposte adeguate ai loro desideri ed aspirazioni dalla società.
La famiglia spesso non assolve al proprio compito. All'interno della famiglia rimane non risolto il problema della comunicazione: padre e madre non si parlano o si parlano a fatica, o peggio ancora, il loro parlare è fonte di conflitti. I figli, man mano che crescono, rinunciano al dialogo su quegli argomenti che sono i più importanti della loro vita. Le idee e gli stili di vita che vengono presentati dalla società sono violenti, provocatori, dissacranti e la famiglia non solo non fa da filtro, ma non aiuta a distinguere il bene dal male e non educa a fare il bene e a fuggire il male, cioè non propone i valori, soprattutto non aiuta i figli all'apertura al trascendente, a scoprire la loro dipendenza vitale da Dio.

I giovani e non solo loro, sono confusi, disancorati dalla memoria del passato, sono in balia delle idee, delle mode più distruttive e vanno dal rifiuto indiscriminato all'ignoranza presuntuosa, al dubbio, alla sfiducia verso tutto e tutti, soprattutto per quanto riguarda i valori religiosi e morali.
In questa situazione è fondamentale rivolgere l'attenzione alla Santa Famiglia di Nazareth, sebbene per certi aspetti si tratti di una famiglia unica e irripetibile, ma nonostante tutto, ha anche molti punti in comune con tutte le famiglie.