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I cristiani soprattutto non devono mai dimenticare la dimensione trascendente dell'uomo. Esso non è stato fatto per questo pianeta che si chiama terra, come sono state fatte le piante e gli animali che vi crescono e vivono. Questi ultimi hanno qui la loro dimora, qui si realizzano non per un atto cosciente, qui si accende e si spegne la loro vita, inizia e finisce la loro esistenza. Per l'uomo, non è così.
La sessualità umana e la trasmissione della vita non sono realtà separate, ma invece da considerare come parti di un tutto che è l'uomo, chiamato a vivere come figlio di Dio e a trasmettere la vita ad altri perché anch’essi partecipino alla stessa eredità.
Non siamo creatori delle leggi fisiche, né di quelle morali. A noi spetta conoscere le cose e noi stessi, rispettandone la natura e il fine. Se ciò non avviene, sovvertiamo la natura, l'uomo si smarrisce e rovina l'opera di Dio. È ciò che avviene oggi con una progressione allarmante.
La chiesa parrocchiale di Ghiaie gremita di pellegrini.