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La Famiglia e la Vita umana nel messaggio di Ghiaie

 

 


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L'uomo redento da Cristo

è introdotto nel vero possesso del mondo


Cristo è venuto a redimere totalmente l'uomo, liberandolo dalla schiavitù di se stesso, delle cose e degli altri. Tutta la sua azione è una lotta ingaggiata contro le potenze delle tenebre. In questa lotta Dio vide soccombere i nostri progenitori agli albori dell'umanità, ma non li lasciò senza una luce di speranza.

Promise che avrebbe mandato un liberatore, un aiuto con il quale i loro discendenti avrebbero potuto vincere questa lotta.
Vinta la superbia e l'amore disordinato di se stessi, in questa rigenerazione della natura umana, anche tutte le attività umane vengono purificate, redente e rese perfette.

L'uomo diventato una nuova creatura nello Spirito Santo, sa giustamente amare tutte le cose che Dio ha creato e appunto perché è un uomo nuovo, vede il mondo e gli esseri che lo compongono con la luce che gli viene da Dio. Così egli riceve, guarda e onora le cose, come se al presente uscissero dalla potenza creatrice di Dio. Si ritorna allo stupore, alla gioiosa contemplazione del primo uomo, dinanzi alle creature che Dio gli mostrava, quando il peccato ancora non aveva turbato l'equilibrio e l'armonia della sua vita interiore.

Adamo, quando Dio gli conduce Eva, esce in queste parole che manifestano una gioia pura e riconoscente: «Questa volta essa è carne dalla mia carne e osso dalle mie ossa» (Gn 2, 23).

L'autore sacro nota: «Ora tutti e due erano nudi, l'uomo e sua moglie, ma non ne provavano vergogna». (Gn 2, 25). Adamo vede Eva con occhio puro e l'assenza del pudore in questo caso non è un difetto ma un pregio. Egli vede tutto come bene, perché creatura di Dio e non sente, come accade dopo la colpa, la necessità di difendersi dalle cose, per la facilità che ha di abusarne. Dopo la colpa si trova in un'altra situazione, non solo non mostrerà più una gioiosa riconoscenza al Creatore, per avergli dato Eva, ma accuserà la donna come responsabile della sua caduta e indirettamente tenterà di coinvolgere anche Dio nell’accusa: «La donna che tu mi hai posta accanto mi ha dato dell'albero e io ne ho mangiato» (Gn 3, 12).

Il cristiano viene riportato nell'atmosfera dell'inno della creazione, che leggiamo nei primi capitoli della Genesi, di cui è una eco fedele il cantico di Frate Sole di San Francesco d'Assisi. Il cristiano ringrazia Dio e gode e usa di tutte le creature in povertà e libertà di spirito. Egli non rinuncia alle cose del mondo e tanto meno le fugge o le condanna, ma viene introdotto nel vero possesso del mondo: ecco perché è redento, perché gode e partecipa della libertà e del dominio di Dio e non è più schiavo delle cose. Così che l'apostolo Paolo può dire che il redento da Cristo nello stesso tempo non ha niente e possiede tutto (2 Cor. 6, 10). Dice ancora l'apostolo: «Tutto è vostro, ma voi siete di Cristo e Cristo è di Dio». (1 Cor. 3, 23).