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La Famiglia e la Vita umana nel messaggio di Ghiaie

 

 


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L'incarnazione e la risurrezione

esaltazione della materia e dell'uomo


È nell'umanità assunta dal Signore Gesù Cristo che tutta la realtà materiale e lo stesso uomo, ricevono la loro più alta dignità.
L'incarnazione è il mistero più oscuro e anche più illuminante, nel quale dobbiamo cercare il senso ultimo di tutte le opere di Dio.
Con l'incarnazione in un uomo «nato da donna» abita corporalmente tutta la pienezza della divinità (Col. 2, 9).

Cristo è la Parola di Dio, che assume un corpo umano, facendolo strumento di rivelazione e di donazione della stessa vita divina.

Il Verbo di Dio non entra nell'universo e nella storia come un estraneo, ma come il re che prende possesso del suo regno. Capo dell'umanità, Cristo è perciò capo dell'universo, il primogenito delle creature che unisce in sé e attorno a sé ricapitolandole, così che tutta la creazione è inserita in lui come nella sua radice.

La teologia latina non ha molto sviluppata la dimensione cosmica dell'incarnazione. Si è fermata a considerare l'incarnazione sul piano della redenzione delle singole persone.
Questa dottrina fu invece sviluppata dai Padri greci e dalla teologia orientale. Essi presentano l'incarnazione come il trionfo di tutta la creazione che viene in qualche modo fatta partecipe della gloria del Figlio di Dio.

L'incarnazione spesso viene presentata come un mistero di umiliazione. Responsabile di questo abbassamento, secondo questa visione, è la materia, realtà per sua natura opaca, capace di attenuare la luce di Dio.

Certo, l'incarnazione è anche un mistero di umiliazione, come nota San Paolo (Fil 2, 7). Ma la ragione di tale umiliazione non sta nel contatto con la materia. È evidente, in tale modo di pensare, l'influsso platonico. Il contatto con la materia perdura anche nel Cristo risorto, nel cui corpo glorificato risplende la gloria di Dio.

San Paolo dice di Cristo: «Il quale, pure essendo di natura divina, non considerò un tesoro geloso la sua uguaglianza con Dio; ma spogliò se stesso, assumendo la condizione di servo e divenendo simile agli uomini; apparso in forma umana, umiliò se stesso facendosi obbediente fino alla morte e alla morte di croce. Per questo Dio l'ha esaltato e gli ha dato il nome che è al di sopra di ogni altro nome; perché nel nome di Gesù ogni ginocchio si pieghi nei cieli, sulla terra e sotto terra; e ogni lingua proclami che Gesù Cristo è il Signore, a gloria di Dio Padre» (Fil 2, 6-11).

Per comprendere il significato di questa umiliazione e di questa esaltazione e i riflessi che esse hanno sul mondo materiale e sull'uomo, dobbiamo notare che l'incarnazione è un evento progressivo, che si sviluppa secondo un disegno divino. L'incarnazione non consiste soltanto nell'evento del Natale.

Inizia con la concezione nel seno della Vergine, continua durante tutta la vita di Gesù, tocca il suo vertice di umiliazione e di esaltazione nella morte e risurrezione e perdura eternamente nella gloria alla destra del Padre.

Certo, l'unione ipostatica fu perfetta fin dall'inizio, nel seno della Vergine. Il Figlio di Dio rinunciò all'onore dovuto alla natura umana da lui assunta e prese una umanità posta sotto il peso del peccato e della morte, per manifestare con essa l'amore supremo al Padre e all'uomo.

Con la risurrezione, l'incarnazione giunge al suo compimento e la gloria divina penetra l'umanità assunta fino a trasformare il corpo stesso.

Si attua allora la preghiera di Gesù detta alla vigilia della sua passione: «Innalzami, ora, accanto a te, dammi la gloria che avevo accanto a te, prima che il mondo esistesse» (Gv 17, 5). L'incarnato Figlio di Dio in senso definitivo, è il Risorto. Infatti, l'apostolo Paolo, nella lettera ai Romani, così scrive: «Dio lo ha costituito Figlio suo, con potenza, quando lo ha risuscitato dai morti» (1, 4). È come risorto che Cristo esercita la sua sovranità su tutto l'universo, attuando ciò che aveva predetto: «E quando sarò innalzato dalla terra, attirerò a me tutti gli uomini» (Gv 12, 32).

Trasformato il corpo mortale in corpo glorioso, l'incarnazione non indica più alcuna diminuzione, né alcuna umiliazione, la materia non rappresenta alcun ostacolo, ma diviene un diaframma trasparente alla luce divina.

L'approfondimento delle verità cristiane: creazione, incarnazione, risurrezione ci ha portato ad una visione nuova e vera della realtà materiale e dell'uomo e a meglio comprendere i legami tra Cristo, l'uomo e il mondo con tutte le conseguenze che da essi derivano.